QUESTA STORIA by Aessandro Baricco

QUESTA STORIA by Aessandro Baricco

autore:Aessandro Baricco [Baricco, Aessandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: italiano, no cover, archivio italiano
pubblicato: 2012-02-07T11:20:36+00:00


Cosa ti sembra?

Uno schifo.

Ecco.

Ma nessuno c'ha mai pensato a fare una cosa come quella che dici tu? Una pista come quella?

Non so. Io non ne ho mai vista una.

E tu la farai.

Sì.

Sei pazzo.

Ho la febbre, stasera. Mi sento la febbre. Fa freddo, vorrei un'altra stanza, un'altra coperta, un'altra vita. Non ce la faccio più.

Non ce la faccio più.

11 e 24 p.m.

Domani non vado a lavorare. Non ci pagano quando non lavoriamo. Siamo schiavi. Deve finire tutto questo.

Tre di notte. Febbre alta. Ho paura. Per favore per favore.

2 maggio 1923.

Venuto il medico, mani unte, voce grassa, quando è entrato io Febbre, medicine, mi sento bruciare dentro.

Non posso lavorare.

Adesso un po’ meglio.

3 maggio 1923.

Scritto a mia sorella. Non ce la faccio più. Mi umilia ma le ho chiesto se ha qualche idea per venire fuori da questa Una lettera umiliante.

La vicina è una russa. Storie di Russia. Non me ne frega niente.

Mia madre era costantemente umiliata.

Qualcosa dovremmo avere imparato.

Tutte le medicine per terra.

Ultimo mi aiuta.

Pioggia.

Mi stanca scrivere. Mi stanca tutto.

4 maggio 1923.

Una bella canzone cantata da qualcuno stamattina per la strada.

A volte basta poco.

Devo riprendere il mio lavoro. Il mio piano.

Ho chiesto a Ultimo perché non si va a prendere quel tesoro. Ti avevo detto che potevi leggere le lettere ma non dovevi parlarne mai.

Sono malata, Ultimo, dimmi perché non vai a prendere quel tesoro.

La storia è che il suo amico Cabiria ha nascosto un tesoro da un prete, in Italia, un tesoro che avevano rubato mentre si ritiravano dal fronte. L'ha lasciato a un prete e poi è finito in galera.

Non ci uscirà più, così questo Cabiria vorrebbe che Ultimo andasse a prenderselo e se lo godesse anche per lui.

Ci potresti fare la tua pista, ho detto a Ultimo.

Non voglio quei soldi.

Perché?

Secondo lui Cabiria li aveva traditi, là, in guerra. Li aveva abbandonati sul più bello per scappare. Così lui era finito in prigionia. E un altro era stato fucilato.

E allora?

Cabiria non esiste più, ha detto.

Secondo me è una follia, se uno dovesse stare attento a tutti quelli che lo tradiscono, non è una cosa furba. Ultimo è stupido perché non sa perdonare.

Non è questione di perdonare, io Cabiria l'ho perdonato. Ma non esiste più, per me. La memoria è importante. Non esistono colpevoli, ma esistono persone che cessano di esistere. E il minimo che possiamo fare. E giusto.

Tu sei pazzo, Ultimo. Prendi quei soldi.

Ti ho detto di non parlare più di quelle lettere.

Però tu le tieni, non le butti.

Si è alzato e se n'è andato.

Poi è tornato. Per dirmi che bisogna rimettere in ordine il mondo quando qualcuno lo mette in disordine. E pazzo.

Il mio piano di corrompere ogni famiglia in cui lavoro è un modo di mettere in ordine il mondo?

A proposito. Guai con la polizia. Ma non rischio niente. E per quella storia dai Curtis. Non possono dimostrare niente.

Aspetto la risposta di mia sorella.

Domani torno a lavorare. Guinness, poi Lambert e Calkerman.

Che palle.

Ci vado io, a prendere quel tesoro.

7 maggio 1923.

Dai Curtis all'inizio avevo pensato alla moglie. Gente ricca, annoiata.



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